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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, III, 53
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originale
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[53] "Immo vero," inquiet ille "necesse est, si quidem meministi esse inter homines natura coniunctam societatem." "Memini," inquiet ille, "sed num ista societas talis est, ut nihil suum cuiusque sit? Quod si ita est, ne vendendum quidem quicquam est, sed donandum."
Vides in hac tota disceptatione non illud dici "quamvis hoc turpe sit, tamen, quoniam expedit, faciam", sed ita expedire, ut turpe non sit, ex altera autem parte, ea re, quia turpe sit, non esse faciendum.
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traduzione
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53. "Anzi, [r?batter? quello], ? necessario, se pure ti ricordi che tra gli uomini c'?, per natura, un vincolo sociale". "Me ne ricordo", dir? l'altro, "ma questa societ? ? forse tale che nulla appartenga pi? privatamente a ciascuno? Se cosi fosse, non bisognerebbe neppure vender nulla, ma donare".
Puoi constatare che in tutta questa discussione non si dice. "Bench? ci? sia vergognoso, pure, dal momento che ? utile, lo far?" ma (da parte dell'uno) che ? utile cos? da non essere vergognoso, da parte dell'altro che non si deve fare perch? ? immorale.
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